Normata dal Testo Unico della Salute e Sicurezza sul Lavoro (D.lgs. 81/08), la sorveglianza sanitaria obbligatoria è l’insieme di tutte le attività mediche finalizzate a tutelare lo stato di salute e la sicurezza dei lavoratori, considerando l’ambiente di lavoro, i fattori di rischio specifici e le modalità di svolgimento dell’attività lavorativa.
La sorveglianza sanitaria è una delle mansioni principali del Medico Competente.
Vediamo tutto quello che devi sapere.
Cosa si intende per Sorveglianza Sanitaria?
Il Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro definisce la sorveglianza sanitaria obbligatoria come l’insieme di procedure mediche finalizzate a tutelare la salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, fattori di rischio professionali correlati e dell’attività lavorativa svolta.
L’obiettivo della sorveglianza sanitaria è quello di valutare le condizioni psicofisiche del lavoratore nel tempo per determinare l’impatto di eventuali rischi presenti sul lavoro, prevenire l’insorgere di malattie professionali tramite una serie di visite mediche, accertamento ed indagini specialistici di laboratorio.
Quando è obbligatoria la sorveglianza sanitaria?
Il D.lgs. 81/08, Sezione V, articoli 38 a 42, disciplina e indica modalità, responsabilità e obbligatorietà della Sorveglianza sanitaria.
In particolare, la sorveglianza sanitaria deve essere effettuata nei casi previsti dall’articolo 41 del D.lgs. 81/2008:
- nei casi espressamente previsti dalla normativa vigente
- qualora il lavoratore ne faccia richiesta e la stessa sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi lavorativi (anche quando non è obbligatoria).
Per il mancato rispetto degli obblighi di sorveglianza sanitaria sono previste pesanti sanzioni che, a seconda dei casi, possono prevedere multe da 1.000 a 5.000 euro e arresto da due a quattro mesi.
Per quale rischio è obbligatoria la sorveglianza sanitaria?
Secondo i casi espressamente previsti dalla normativa vigente, la sorveglianza sanitaria deve essere effettuata in presenza di:
- Movimentazione manuale di carichi
- Videoterminalisti
- Rischio agenti fisici:
- Rischio rumore
- Rischio vibrazioni
- Rischio campi elettromagnetici
- Rischio radiazioni ottiche
- Microclima
- Rischio agenti chimici
- Rischio agenti cancerogeni e mutageni
- Rischio amianto
- Rischio agenti biologici
- lavoro notturno
- lavoro in quota
- lavoro in ambienti confinati
- lavoro su impianti ad alta tensione
Valutazione dei rischi e sorveglianza sanitaria
La valutazione dei rischi è necessaria per stabilire la necessità e l’obbligo di sorveglianza sanitaria in quanto consente di:
- identificare la presenza del rischio
- quantificare il livello del rischio
- prevede la sorveglianza sanitaria sulla base di una valutazione del Medico Compente
Infatti, attraverso la valutazione dei rischi si possono identificare le attività che richiedono la sorveglianza sanitaria, non solo perché un determinato rischio è presente, ma anche perché è presente con un’intensità tale per cui è necessaria e obbligatoria la sorveglianza sanitaria.
Cosa comprende la sorveglianza sanitaria?
Il Medico Competente, basandosi sui risultati del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e su sopralluoghi nell’ambiente di lavoro, individua:
- tipologia di mansione
- attività lavorative incluse nella mansione
- rischi specifici per la salute relativi alla mansione
Utilizzando queste informazioni, elabora il protocollo sanitario in cui vengono indicati gli esami clinici e/o strumentali più idonei cui sottoporre il lavoratore.
La sorveglianza sanitaria prevede visite mediche da effettuare in momenti diversi del percorso lavorativo del dipendente. I casi in cui sono previste le visite mediche sono stabiliti dall’art. 41 comma 2 del D.lgs. 81/08, così come modificato dall’articolo 26 del D.lgs. 106/09.
Nello specifico, le tipologie di visite che il medico competente deve effettuare per la sorveglianza sanitaria sono:
- Visita preventiva: serve a stabilire se le condizioni di salute del lavoratore sono tali da consentirgli l’esposizione ai rischi professionali derivanti dalla mansione e dal luogo di lavoro. Viene effettuata prima dell’inizio dell’attività lavorativa e deve essere ripetuta in caso di cambio mansione.
- Visita periodica: ha lo scopo di confermare che, nel tempo, il lavoratore ha mantenuto la sua idoneità a svolgere la sua mansione, controllando che l’esposizione a tali rischi non abbia provocato danni, insorgenze di malattie o alterazioni.
- Visita straordinaria: si tratta di una visita che viene richiesta dal lavoratore quando ritiene di essere affetto da disturbi la cui causa è derivante dall’attività lavorativa svolta. Tuttavia, in questi casi, spetta al medico decidere se la richiesta è giustificata o meno.
- Visita alla cessazione del rapporto di lavoro: la visita viene effettuata allo scadere di un contratto, va effettuata solo nei casi in cui il lavoratore sia stato esposto a rischi particolati (es. esposizione all’amianto).
- Visita al rientro al lavoro: visita di accertamento effettuata dal medico competente dopo che il lavoratore è stato assente per malattia per un periodo di almeno 60 giorni.
Tutte le tipologie di visite comprendono esami clinici e biologici e le indagini diagnostiche ritenute necessarie dal medico competente in relazione ai rischi.
Chi effettua la sorveglianza sanitaria?
Il compito di effettuare la sorveglianza sanitaria spetta al Medico Competente, il cui obbligo di nomina ricade sul Datore di Lavoro.
Il Medico Competente deve valutare e prescrivere al lavoratore un insieme di indagini ed esami clinici per accertare il suo stato di salute, fornendo il giudizio di idoneità sulla salute dei lavoratori in relazione alle mansioni svolte.
Da leggere: Medico Competente, chi è e cosa fa
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